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Amici e redattori dagli anni Sessanta, quando entrambi lavoravano alla Bompiani, Umberto Eco e Paolo De Benedetti hanno, per gioco intellettuale, tracciato i profili l'uno dell'altro. De Benedetti ha ritratto il grande semiologo e scrittore, Eco ha ritratto l'originale ebraista, teorico di una teologia degli animali. Pagine che, attraverso l'ironia della prosa e dei versi, sono una festa dell'intelligenza nel mostrare volti inediti. Al punto che Eco ha trasposto la figura di De Benedetti nel personaggio di Diotallevi, il redattore esperto di giudaismo ne Il pendolo di Foucault.